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L'autrice si è trovata, quasi per caso, a riandare alla sua infanzia immergendosi in una memoria in cui personaggi, ambienti, atmosfere le sono ritornati di nuovo presenti. È la vita dei campi che l'ha vista bambina, è il cortile, sono le storie raccontate dalla Nonna durante l'inverno quando, per non consumare la legna, andava con i suoi undici figli nella stalla ad aspettare l'inizio della notte. L'autrice parla delle sue corse trafelate per ascoltare storie in cui "spiriti taglierini" coloravano d'arcano racconti di amori rubati. Scritto d'impulso nell'arco di una stagione, il racconto si snoda passando da una gioiosa infanzia, da una fiducia incondizionata, ad una inquieta adolescenza con le sue domande, i suoi interrogativi, i primi disinganni e qui si conclude.